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Hikikomori, ormai un fenomeno globale

Alla fine degli anni ’90, una forma grave e prolungata di ritiro sociale, osservata tipicamente tra adolescenti e giovani-adulti, è entrata nella coscienza nazionale collettiva in Giappone. Questo fenomeno è chiamato “hikikomori”, letteralmente “stare in disparte”.

Pare che circa due milioni di adolescenti nipponici siano afflitti da questa patologia che si configura come espressione di un totale rifiuto del sistema socioculturale giapponese.
Il fenomeno dell’hikikomori può essere considerato una volontaria reclusione, una ribellione alla cultura tradizionale e all’intero apparato sociale da parte di adolescenti che vivono segregati nella loro casa, nella loro stanza, con le finestre serrate, senza alcun contatto con l’esterno, né con i familiari, né con gli amici.
L’hikikomori negli ultimi anni tuttavia è passato dall’essere visto come un tipico problema giapponese a un problema che potrebbe avere implicazioni per la salute globale.
Ormai numerosi studi epidemiologici denunciano la crescente diffusione di hikikomori in tutto il mondo e questa maggiore attenzione al fenomeno in vari paesi e culture ha rimarcato l’importanza di stabilire una definizione chiara e coerente del disturbo.

Caratteristiche

Hikikomori è una forma di ritiro sociale patologico o isolamento sociale la cui caratteristica essenziale è l’isolamento fisico nella propria casa. I criteri da soddisfare sono i seguenti:
a) marcato isolamento sociale nella propria casa;
b) durata dell’isolamento sociale di almeno 6 mesi;
c) significativa compromissione funzionale o disagio associato all’isolamento sociale.
Le persone che occasionalmente escono di casa (2-3 giorni/settimana), escono raramente di casa (1 giorno/settimana o meno) o raramente escono da una singola stanza possono essere caratterizzate rispettivamente da lievi, moderate o gravi.
Le persone che escono di casa frequentemente (4 o più giorni/settimana), per definizione, non soddisfano i criteri per hikikomori.
Gli individui con una durata di almeno 3 (ma non 6) mesi di isolamento sociale dovrebbero essere classificati come pre-hikikomori.
L’età di insorgenza è in genere durante l’adolescenza o la prima età adulta. Tuttavia, l’insorgenza dopo la terza decade di vita non è rara e anche le casalinghe e gli anziani che soddisfano i criteri di cui sopra possono ricevere la diagnosi.
Molti clinici spesso si chiedono cosa distingua l’hikikomori dal disturbo d’ansia sociale; nella fobia sociale, caratterizzata da paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali, il soggetto riconosce il proprio timore come eccessivo o irragionevole. Chi è affetto da hikikomori spesso vive invece una condizione prevalente di disinteresse nei confronti del mondo. Le situazioni sociali sono evitate non per la preoccupazione ma per l’apatia.

Cause

I ricercatori giapponesi hanno formulato alcune ipotesi sulla patogenesi dell’hikikomori riconducendolo al sistema familiare (legame simbiotico con la madre e assenza della figura paterna) al sistema scolastico (bullismo, sistema eccessivamente competitivo nelle scuole e nel lavoro) ed alla struttura della società giapponese tout court.
Le famiglie giapponesi sono contraddistinte da una madre emotivamente e fisicamente vicina ai figli e da un padre tendenzialmente piuttosto periferico, assorbito dal lavoro, che non riesce ad inserirsi come terzo elemento nel legame tra madre e bambino. La simbiosi tra madre e figlio è comune nello stile di vita degli Hikikomori: con un atteggiamento esageratamente iperprotettivo la madre tende a gestire in maniera eccessiva la vita del figlio, spesso idealizzato e investito di eccessive aspettative.
Nella società giapponese il curriculum scolastico è ritenuto uno dei principali criteri di valutazione delle abilità personali e dell’importanza sociale; per tale ragione i bambini fin dai primi anni scolastici subiscono una pressione fortissima, consapevoli che i risultati conseguiti determineranno la possibilità di accedere ad un’università prestigiosa e quindi ad una determinata classe sociale. Spesso gli hikikomori sono restii a rientrare in società non avendo idee chiare rispetto al ruolo che potranno avere dopo un prolungato ritiro sociale.

Trattamento

Non esiste una strategia terapeutica univoca per il trattamento dei soggetti hikikomori. Come in altre condizioni psichiatriche, l’approccio consigliato comporta una combinazione di psicoterapia e di psicofarmacologia. Gli unici dati sul trattamento farmacologico fanno riferimento all’uso di antidepressivi.
Tra le forme di psicoterapia più utilizzate per il trattamento dei soggetti hikikomori sono indicate la psicoterapia cognitivo- comportamentale e la sistemico-familiare che includa nel trattamento tutti i componenti della famiglia.

  • Aguglia E., Signorelli M.S.,  Pollicino C. , Arcidiacono E.,  Petralia A. Hikikomori phenomenon: Cultural bound or emergent psychopathology? Journal of Psychopathology 2-2010
  • Ricci C. Hikikomori. Adolescenti in volontaria reclusione. Milano: Franco Angeli 2008.
  • Saito T. Shakaiteki hikikomori: owaranai shishunki (Social withdrawal: a neverending adolescence). Tokio: PHP Shinsho 1998.
  • Takahiro A. Kato  Shigenobu Kanba   Alan R. Teo. Defining pathological social withdrawal: proposed diagnostic criteria for hikikomori. World Psychiatry. 2020 Feb;19(1):116-117.

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