Anatomia del disturbo ossessivo compulsivo e trattamento
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo psichiatrico che colpisce tra l’1% ed il 3% della popolazione generale.
E’ un disturbo invalidante in quanto chi ne soffre spesso non riesce a mantenere un’attività lavorativa in maniera continua, impiega molte ore per svolgere anche semplici attività quotidiane, non riesce a coltivare i rapporti d’amicizia e le relazioni affettive. Tutto ciò compromette gravemente la qualità della vita di chi ne soffre.
Le ossessioni sono idee, immagini o pensieri intrusivi e angoscianti; sono accompagnate da emozioni spiacevoli come l’ansia e il disgusto, da dubbi, dalla sgradevole sensazione di non aver fatto qualcosa o di non aver agito “nel modo giusto”.
Chi soffre di DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo), generalmente cerca di sopprimere o di neutralizzare questi pensieri con altri pensieri o azioni (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-IV; American Psychiatric Association, APA, 1994).
I contenuti tipici delle ossessioni posso avere a che fare con il sesso, gli impulsi aggressivi, la contaminazione, le preoccupazioni per le malattie, la religione, la superstizione, etc.
Le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali (come lavarsi le mani, mettere in ordine le cose, ripetere la cose, contare, controllare etc.) che hanno la caratteristica di essere ripetitivi e intenzionali e hanno la funzione di prevenire o ridurre lo stato di angoscia procurato dall’ossessione.
Ad attivare un’ossessione può essere sia una situazione esterna che una produzione interna alla mente (es. sfiorare una persona con un cerotto potrebbe attivare l’ossessione del contagio di una malattia, o immagini sessuali che passano per la mente potrebbero attivare l’ossessione di essere un maniaco o un pedofilo).
L’evento attivante in genere solleva un dubbio che è l’elemento fondamentale del disturbo ossessivo-compulsivo.
Il dubbio sollevato dall’evento attivante, nel DOC, spesso riesce a travolgere anche le certezze date dall’esperienza percettiva e riguarda l’eventualità che possa verificarsi un determinato avvenimento (es. “…e se sfiorando quella persona avessi contratto L’HIV?” oppure “…e se l’aver avuto quei pensieri e immaginato quelle cose significasse che effettivamente sono un pedofilo?”).
Ovviamente al dubbio si associa una forte componente ansiosa data dall’aspettativa di una minaccia imminente.
Le compulsioni, a questo punto, non sono altro che delle azioni volontarie (sia nel caso dei comportamenti che dei pensieri) mirate alla risoluzione del dubbio e quindi all’evitamento della minaccia percepita. Dunque, chi penserà, ad esempio, che avrebbe potuto contrarre una malattia avrà la necessità di lavarsi ripetutamente.
Trattamento psicoterapeutico
La terapia cognitivo-comportamentale è il trattamento psicologico d’elezione nel disturbo ossessivo-compulsivo (come da linee-guida stilate dall’APA https://psychiatryonline.org/pb/assets/raw/sitewide/practice_guidelines/guidelines/ocd.pdf). Si basa su tecniche e protocolli mirati alla riduzione della quantità e della frequenza della sintomatologia e lavora sulle tematiche che hanno reso il soggetto vulnerabile ai meccanismi cognitivi tipici del DOC, causando lo sviluppo e il mantenimento del disturbo.
Una della tecniche utilizzate, risultata particolarmente efficace nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo, è l’esposizione (per immagini e in vivo), combinata alla prevenzione della risposta (E/RP).
Attraverso questa tecnica il soggetto viene messo in contatto con lo stimolo ansiogeno per periodo di tempo superiore a quello a abitualmente tollerato.
Il soggetto quindi è portato a sperimentare l’ansia però sospendendo – o inizialmente procrastinando per un periodo maggiore a quello in genere sostenuto – gli abituali comportamenti ritualistici sintomatici.
La ripetizione dell’ E/RP consente un decremento dell’ansia fino alla sua totale estinzione.