Prima di affrontare l’argomento coronavirus con un bambino, accertiamoci di avere informazioni sufficienti ed attendibili. Affidiamoci sempre alle fonti ufficiali.
I bambini, già a 3 anni, sono in grado di percepire cosa sta accadendo e di riconoscere i cambiamenti nelle abitudini quotidiane. Senza allarmarli, è utile però essere onesti spiegando con parole semplici e conformi all’età cos’è un virus, come si trasmette e cosa possiamo fare per difenderci.
Sminuire o ignorare il problema, al contrario, rischia di essere controproducente.
Supervisioniamo sempre l’esposizione dei più piccoli alle notizie sul coronavirus evitando che entrino in contatto con eccessivi dettagli che non sono in grado di comprendere ed elaborare. Preveniamo quindi una sovraesposizione con conseguente peggioramento delle emozioni disturbanti.
Proviamo ad aiutare i bambini a trovare modi positivi per manifestare emozioni come la paura e la tristezza. Ogni bambino ha il suo modo di esprimere le emozioni e le attività creative, come giocare o disegnare, possono aiutarli in questo processo.
I bambini si sentono sollevati se possono esprimere e comunicare le loro emozioni disturbanti in un ambiente sicuro e di supporto.
Durante i periodi di stress e di crisi, è comune per i bambini cercare una maggiore vicinanza ed essere anche più esigenti con i genitori. Se hanno dubbi, affrontiamoli insieme a loro, questo allevierà le loro ansie. Anche quando non saremo in grado di fornire una risposta specifica, l’importante sarà rimanere presenti e garantire loro stabilità. I bambini sono bravi osservatori: scruteranno i comportamenti e le emozioni degli adulti per imparare a gestire i loro stati emotivi nei momenti difficili.