ansiaAnsia socialefacebookFobia socialePsicoterapia cognitivo-comportamentalesocial network

Ansia sociale nell’era digitale

Ansia sociale Psiconet Studio psicologia psicoterapia Roma sud san giovanni psicoterapia cognitivo comportamentale fobia sociale

Ansia sociale nell’era digitale

Internet ha cambiato il nostro panorama sociale, specialmente il modo in cui comunichiamo.

Si scrive invece di chiamare.

Mettiamo Like, condividiamo, tweettiamo, postiamo.

Anche quando siamo fisicamente in compagnia, le nostre teste sono chine sugli schermi di un telefono o di un tablet.

Considerati tali cambiamenti, è plausibile che l’ansia sociale possa manifestarsi in modo diverso e che, senza immaginare una nuova categoria diagnostica, gli stessi sintomi possano trovare espressioni differenti.

Il DSM-5 definisce il disturbo d’ansia sociale come una “paura o ansia persistenti relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri, come essere osservati o eseguire prestazioni di fronte ad altri.”

Quest’ansia interferisce con il normale funzionamento e persiste in genere per sei mesi o più.

L’ansia sociale è tra i disturbi d’ansia più comuni ma un certo grado di ansia sociale è adattivo, ovvero svolge una funzione di sopravvivenza molto importante.

A tal proposito, Stefan G. Hofmann, direttore del Laboratorio di ricerca sulla psicoterapia e l’emozione presso il Centro di disturbi d’ansia dell’Università di Boston, afferma che nella normale crescita dei bambini si attraversano fasi che includono ansia da separazione o la paura dell’estraneo, tutte forme di ansia sociale.

In mancanza di queste importanti e naturali caratteristiche, significa qualcosa nelle fasi evolutive del bambino è andato storto.

C’è tuttavia una soglia oltre la quale l’ansia sociale supera la sua funzione evolutiva ed adattiva e diventa disfunzionale, lo stesso dicasi per l’uso che possiamo fare dei social media. Ognuno di noi avverte la necessità di connettersi agli altri e di “appartenere”.

I social network favoriscono questa connessione agevolando la soddisfazione dei propri bisogni sociali ma, come spiega Hofmann, il problema sorge “quando le persone non vivono la loro vita reale perché passano così tanto tempo sui social media”.

Alcuni di essi potrebbero soffrire di ansia sociale.

L’interazione di persona potrebbe essere per questi soggetti così minacciosa da orientarli ad una comunicazione online percepita come meno pericolosa; quindi trascorrono tanto tempo sui social media perché poco abili a stare nella vita reale.

Franklin Schneier, codirettore della Clinica per i disturbi d’ansia della Columbia University, spiega che l’uso di Internet potrebbe essere per le persone che soffrono di ansia sociale un comportamento di evitamento disadattivo come una risorsa; infatti i soggetti estremamente timidi che diversamente non avrebbero molte opportunità di interazioni sociali, attraverso l’uso dei social media potrebbero aumentare le loro possibilità di interagire.

 

Alcune ricerche supportano l’idea che molte persone con ansia sociale preferiscano comunicare online.

Una meta-analisi del 2016 pubblicata sulla rivista Computer in Human Behaviour, ha mostrato una correlazione tra ansia sociale e sentimenti di benessere online.

La comunicazione mediata dal computer offre alcune caratteristiche chiave che possono attrarre gli individui socialmente ansiosi ad esempio la comunicazione con testo e audio limitati, la garanzia di anonimato e l’asincronicità, ovvero la non necessità di rispondere subito.

Mancano dunque alcuni dei segnali sociali richiesti dalla comunicazione faccia a faccia e in particolare quelli che rappresentano un problema per chi è socialmente ansioso.

È quindi plausibile, secondo Hofmann, che tali soggetti possano sentirsi più a proprio agio in un ambiente digitale. 

Questa preferenza per la comunicazione online tuttavia non garantisce esiti positivi per la salute mentale di tali soggetti e infatti, la suddetta meta-analisi, ha riscontrato una correlazione tra ansia sociale e uso patologico di Internet.

Secondo gli autori, gli individui socialmente ansiosi, sentendosi più a proprio agio online, potrebbero iniziare a fare affidamento sulla comunicazione mediata dal computer evitando sempre di più le interazioni vis a vis.

Uno studio pubblicato su Personality and Individual Differences ha rilevato che gli individui con punteggi alti di ansia sociale che si impegnano frequentemente nella comunicazione online, evidenziano bassi livelli di autostima e livelli più alti di depressione, suggerendo che i loro tentativi di compensare le inadeguatezze sociali offline potrebbero non migliorare il loro benessere psicologico.

 

Ad oggi, le linee guida internazionali indicano che la terapia cognitivo comportamentale e le esposizioni “in vivo” rimangono il gold standard per il trattamento dell’ansia sociale.

Naturalmente è abbastanza evidente che la tecnologia digitale offre anche nuove vie terapeutiche.

Alcuni ricercatori hanno sviluppato attività mediate dall’uso del computer che potrebbero aiutare i pazienti affetti da ansia sociale ad una esposizione graduale che parta dalla realtà virtuale (es. simulare ambienti in cui si parla in pubblico o ambienti di aggregazione sociale) fino ad arrivare alle esposizioni più critiche in vivo.

 


Shiri Prizant-Passal, Tomer Shechner, Idan M Aderka, (2016) “Social anxiety and internet use – A meta-analysis: What do we know? What are we missing?“, Computers in Human Behavior, Volume 62 Issue C, Pages 221-229

Aaron C. Weidmana, Katya C. Fernandezb, Cheri A. Levinsonb, Adam A Augustinec, Randy J. Larsenb, and Thomas L. Rodebaugh, 2012 “Compensatory internet use among individuals higher in social anxiety and its implications for well-being”, Personality and Individual Differences, 53, 191-195

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.