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Cybercondria, ovvero l’ipocondria 2.0

Cybercondria, ovvero l’ipocondria 2.0

Cybercondria, ovvero l’ipocondria 2.0

I medici, negli ultimi anni, si stanno trovando di fronte ad una malattia nuova di zecca: la “cybercondria” ovvero l’uso ripetuto della rete per cercare informazioni e rimedi ai propri malesseri con evidenti conseguenze negative.

I pazienti ormai consultano il dr Google per scoprire di più sulle loro malattie, si confrontano sui forum con persone che presentano problemi simili e spesso diagnosticano male i propri sintomi e/o incorrono in ciarlatani.

Negli USA pare che il 70% degli adulti riferisca di cercare informazioni sanitarie online e il 35% di utilizzare Internet come strumento diagnostico (Fox & Duggan, 2013).

L’uso di Internet per accedere alle informazioni relative alla salute potrebbe essere associato a potenziali benefici, tra cui la rassicurazione e la sensazione di padroneggiare meglio informazioni sanitarie, tuttavia, quasi il 40% delle persone che cercano informazioni relative alla salute in rete sperimentano un’escalation di ansia legata proprio al loro comportamento di ricerca.

Quando l’ansia si verifica specificamente a seguito di ricerche su Internet di informazioni relative alla salute, viene comunemente indicata come cybercondria.

Tra i soggetti che cercano informazioni mediche online, sia la durata della ricerca che l’ansia per la salute sono associate a una maggiore compromissione della funzionalità della persona. Non c’è ancora un accordo sul tipo di relazione esistente tra ipocondria e cybercondria.

L’ipocondria è un precursore delle ricerche su Internet e queste stesse, a loro volta, rinforzano e mantengono l’ansia connessa alla salute preesistente o le ricerche su Internet di informazioni relative alla salute per altri motivi (ad esempio per curiosità) sono un precursore di un’elevata ansia per la salute?

 

Uno studio del 2016 di Poel e colleghi dell’Università di Amsterdam

suggerisce che le ricerche su Internet di informazioni relative alla salute potrebbero essere un fattore di difesa contro l’esacerbazione dell’ansia tra gli individui con ansia connessa allo stato di salute già esistente e che, tra le persone che invece non ne soffrono, le ricerche in rete di informazioni potrebbero essere un precursore di cambiamenti nello stato d’ansia collegato alla salute che a sua volta avvia un processo di esacerbazione reciproca.

 

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche che esaminino i collegamenti tra ipocondria e cybercondria, le scoperte di Poel e colleghi sollevano la possibilità che la cybercondria possa emergere anche tra gli individui senza un’elevata ansia per la salute.

Inoltre Starcevic e Berle del dipartimento di psichiatria dell’Università di Sydney hanno osservato che le persone che sperimentano la cybercondria possono usare eccessivamente Internet anche per altri scopi e che dunque la cybercondria potrebbe essere correlata ad un uso patologico di internet.

 

 


  • Fox, S., & Duggan, M. (2013). Health online 2013. Retrieved from Pew Research Center: http://www.pewinternet.org/2013/01/15/ health‐online‐2013/
  • Poel, Baumgartner, Hartmann, Tanis, (2016) “The curious case of cyberchondria: A longitudinal study on the reciprocal relationship between health anxiety and online health information seeking”. J Anxiety Disord. 2016 Oct;43:32-40
  • Starcevic, V., & Berle, D. (2013). Cyberchondria: Towards a better under-standing of excessive health‐related Internet use. Expert Reviews of Neurotherapeutics, 13, 205–213.
  • Thomas A. Fergus, M. Spada (2017) “Cyberchondria: Examining relations with problematic Internet use and metacognitive beliefs”. Clinical Psychology & Psychotherapy 24(6):1322-1330

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